Rossano Brazzi, Valentina Cortese, Carlo Ninchi, Camillo Pilotto, Liliana Laine, Carlo Campanini, Gualtiero Tumiati:, Bella Starace Sainat, Giovanni Grasso, Folco Lulli, Alberto Sordi, Carlo Tamberlani, Pupella Maggio
Sceneggiato andato in onda su Rete 2 in tre puntate nel dicembre del 1977. Ripercorre le gesta del più pericoloso brigante della Romagna, Stefano Pelloni.
Regia di Pietro Nelli. Soggetto di Francesco Serantini. Sceneggiatura di Rina Macrelli. Costumi di Luciano Calosso. Interpreti principali: Luigi Diberti (il Passatore), Roberto Bisacco (Monsignor Bedini), Tina Aumont (Venusta), Pierre Santini (Capitano Zambelli), Maria Carta (Vedova di e’Gnaf), Adolfo Lastretti (Farina), Manfred Freyberger (Pekker), Nanni Saturno (Migliarini).
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Evaso dal carcere negli anni Quaranta dell’Ottocento, il Pelloni si diede alla macchia e costituì una banda di briganti che divenne sempre più numerosa e potente, e mise a dura prova lo Stato Pontificio, allora padrone delle terre di Romagna.
Romagna, anni quaranta dell'Ottocento. In un villaggio si sta per celebrare il matrimonio di Barbara Montanari. Il parroco, don Morini, che è anche suo zio, la sta aspettando sul sagrato della chiesa.
Quando tutti sono pronti per entrare, arriva all'improvviso Stefano Pelloni, detto Il Passatore, famoso in paese per essere una testa calda. Barbara ne è innamorata, ma lo zio ha deciso che è meglio per lei sposare un altro uomo. Stefano, accecato dalla gelosia, uccide il rivale in amore dopo una colluttazione. La sera fa visita a Barbara, che gli dichiara di essere sempre innamorata di lui. In quel momento ritorna il parroco. Lo sguardo di Stefano si incrocia con quello di don Morini, che gli chiede di pentirsi del delitto che ha commesso. Stefano si dà alla macchia.
In poco tempo mette in piedi una banda di malviventi che infestano i villaggi tra Faenza e Forlì. Uno dei suoi colpi più grossi lo mette a segno al teatro di Forlimpopoli, in occasione della prima della Didone abbandonata, quando deruba i presenti di ben 10 000 scudi. Tutti lo temono, meno il suo parroco, don Morini, che lo va a denunciare.
Ma il Passatore gli tende un agguato e lo uccide. Barbara, la nipote, giura di vendicarsi: scuote la popolazione del villaggio e chiede a tutti di armarsi. Sul Passatore c'è una taglia di 3000 scudi. Uno dei suoi cerca di tradirlo, ma viene scoperto subito da Stefano, che lo punisce duramente, ordinando di tagliargli una mano. Stefano, piuttosto che farsi catturare dai militari, preferirebbe farsi uccidere da un amico d'infanzia, Peppino. Va a parlargli e gli fa promettere che si farà uccidere da lui quando ne avrà abbastanza. Intanto a Forlì è giunto un nuovo maresciallo, Borghi, che ha deciso di catturarlo a tutti i costi. La banda di Stefano viene accerchiata sulle sponde del fiume Lamone: anche Barbara si è messa in cerca di Stefano, per ucciderlo personalmente.
Sulle tracce del Passatore è anche il Monco, l'ex bandito cui ha fatto tagliare la mano, che ora è passato dall'altra parte. In un attimo Barbara vede Stefano, ma non riesce ad ucciderlo e i due fanno la pace. Ma Barbara viene colpita per sbaglio dal Monco, il quale viene subito freddato dal Passatore. Barbara muore tra le braccia di Stefano.
Per Stefano non c'è più alcuna ragione per continuare a vivere: il brigante va da Peppino e gli chiede di mantenere la sua promessa. Il giorno dopo il suo corpo viene portato su un carretto attraverso tutti i paesi della Romagna.