Giancarlo Giannini
Mariangela Melato
Turi Ferro
Agostina Belli
Luigi Diberti
Elena Fiore
Tuccio Musumeci
Ignazio Pappalardo
Gianfranco Barra
Livia Giampalmo
Rosaria Rapisarda
Umberto Lentini
Salvatore Savasta
Ottorino Russo
Giovanni Cori
L'operaio catanese Carmelo Mardocheo, soprannominato Mimì, perde il posto di lavoro per essersi rifiutato di dare il proprio voto ad un mafioso. Essendo senza impiego, è costretto ad emigrare a Torino, lasciando a casa la giovanissima moglie Rosalia. Nel capoluogo piemontese intreccia una passionale relazione con la giovane sottoproletaria lombarda Fiore, che gli dà un figlio.
Tornato a Catania con Fiore e il bambino, scopre che la moglie ha avuto un rapporto occasionale con Amilcare Finocchiaro, un brigadiere napoletano di stanza in città con la moglie ed i cinque figli, ed è rimasta incinta. Mimì, grazie all'esperienza avuta al nord, si considera di vedute abbastanza aperte per non uccidere l'uno e l'altra, ma non prende neppure in considerazione l'idea di non vendicarsi in qualche modo, e quindi corteggia insistentemente l'obesa e sgraziata moglie del rivale, Amalia, fino a trovare in lei un'alleata e a metterla incinta.
Ottemperato l'impegno, mentre comunica la notizia al brigadiere davanti a mezzo paese, un sicario della mafia uccide il brigadiere e gli mette la pistola in mano. Scontata la pena in carcere, il giorno dell'uscita trova ad aspettarlo una vera folla, composta da otto bambini, la moglie fedifraga, l'amante settentrionale e la vedova del brigadiere. Per poterli mantenere è costretto a fare da galoppino elettorale ad un boss della mafia, ma Fiore, l'unica donna che per lui conti veramente, stufa di sopportare tutto, ne ha abbastanza e lo abbandona.